Covid19 Quarantine Diary (cheers the teachers)!

(English below)

Lo ammetto, la mia quarantena ha portato un sacco di bei cambiamenti nella mia vita. Dico subito che in Giappone siamo stati “fortunati” perche’ non abbiamo subìto un lock-down totale, gli uffici e gran parte delle attivita’ sono rimaste chiuse, ma non c’e’ stato un vero e proprio divieto di uscire e si e’ potuto accedere a quasi tutti i servizi primari.

Lavorativamente e’ stato un momento importante di ripensare al futuro, riprogettare la nostra vita, pianificare la ripartenza e stabilire nuove priorita’. Ma e’ stata anche una grande opportunita’ per approfondire nuovi modi di lavorare, scoprire nuove opportunita’ ed avere piu’ tempo per approfondire certi rapporti di cui spesso la routine ci ha privati.

Il lato invece che penso abbia colto tutti un po’ impreparati ed e’ stato sicuramente piu’ impattante e’ stato avere i figli a casa a tempo pieno e mai come in questo periodo i genitori si sono davvero resi conto delle attivita’ scolastiche della propria prole. Penso che ognuno di noi abbia rivalutato in questo periodo il lavoro degl’insegnanti!

Dopo un primo periodo di assestamento, ogni famiglia penso che abbia scoperto una nuova dimensione, qualcuno ha scoperto che in molte scuole al giorno d’oggi non si usano piu’ i libri strutturati che avevamo un tempo, che non si studiano le poesie a memoria, che la multimedialita’ e’ entrata pesantemente nel sistema scolastico.

Qualcuno ha dovuto rispolverare qualche vecchio appunto, altri hanno trovato qualche tutorial salvifico online e quasi tutti i papa’ sono stati sottoposti ad un corso accelerato di “multitasking applicato” dovendo affrontate fogli di lavoro, meeting su Zoom tra una tabellina del sette che rimane la piu’ difficile e una pagina di biologia.

Qualche urla nei primi giorni quando ancora pensavamo che il tutto sarebbe finito nel giro di un paio di settimane, ma ora abbiamo capito che il mondo e’ davvero cambiato in modo definitivo e ripartiremo con uno scenario che sara’ nuovo per tutti.

Sicuramente e’ stato un collante per certe famiglie, forse non per tutte, ma e’ stato per tutti un esercizio di empatia, dovere per necessita’ entrare nel mondo dei propri famigliari scoprendo talvolta cose di cui non eravamo al corrente. Per me e’ stato cosi’!

Quante cose davamo per scontate prima, quante cose erano dovute, quante cose nella loro normalita’ adesso diventano preziose! Era un momento di cui forse l’intera umanita’ aveva bisogno, il mondo si e’ fermato e ci sta permettendo di guardarci con piu’ attenzione.

Ah…ad una canzone in questo periodo ho pensato molto, La Strada di Gaber.

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I admit it, my quarantine has brought a lot of nice changes in my life. I say immediately that in Japan we were "lucky" because we did not undergo a total lock-down, the offices and most of the activities were closed, but there was no real ban on going out and we were able to access almost all primary services.

Professional wise it was an important moment to rethink the future, redesign our lives, plan the restart and set new priorities. But it was also a great opportunity to deepen new ways of working, discover new opportunities and have more time to deepen certain relationships that the routine has often deprived us of.

The side that I think has caught everyone a little unprepared and has certainly been more impacting has been having children at home full time and never as in this period the parents really realized the school activities of their kids. I think each of us has re-evaluated the work of the teachers in this period!

After a first period of settling, every family I think has discovered a new dimension, someone has discovered that in many schools nowadays the traditional books are no longer used, that poems are not studied by heart , that multimedia has entered heavily in the school system.

Someone had to brush up some old notes, others found some online saving tutorials and almost all the dads were subjected to an accelerated course of "multitasking applied" having to deal with worksheets, meeting on Zoom between a times table and a biology chapter.

A few screams in the early days when we still thought that everything would end in a couple of weeks, but now we have understood that the world has really changed definitively and we will start again with a scenario that will be new for everyone.

It was certainly a glue for certain families, perhaps not for all, but it was an exercise of empathy for everyone by sometimes discovering things we were not aware of. It was like that for me!

How many things we took for granted before, how many things were due, how many things in their normalcy now become precious! It was a moment that perhaps all humanity needed, the world has stopped and it’s allowing us to look at each other more carefully.

I thought a lot about a song in this period, “La Strada” of Gaber.

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Shibuya during Covid19